Tuscania da salvare: sparisce un intero pezzo di paesaggio rurale di pregio chi ne trarrà vantaggio?

Abbiamo letto recentemente che in aprile è previsto l’inizio dei lavori per la costruzione del mega-impianto fotovoltaico di Pian di Vico. In un sol colpo verranno cancellati irreversibilmente 250 ettari di fertile terreno agricolo e di paesaggio di grande pregio. L’impatto dell’impianto sarà enorme, perché insiste su una zona che è già compromessa da eolico industriale di altri comuni (effetto sommatoria) e perché si stanno moltiplicando richieste per altri megaimpianti sulla stessa area.

Per rendere l’idea in concreto: parliamo di un’area pari a circa 350 campi da calcio che diventerà uno dei più importanti e vasti impianti fotovoltaici d’Europa (150 Mwp).

Ma chi ne trarrà vantaggio? Non certo la Tuscia. Non certo il clima. Checchè se ne dica, gli studi dimostrano che l’impatto è minimo, trascurabile sia come apporto energetico che come riduzione delle emissioni. Non certo i produttori italiani, dato che i pannelli sono perlopiù di produzione cinese. Non certo l’occupazione nel territorio, perché gli impianti non necessitano di numerosa manodopera per la loro gestione e manutenzione.   Scomparirà per sempre un pezzo di territorio agricolo, senza un impatto occupazionale e di ricchezza locale significativo.

Malgrado l’opposizione espressa in ogni sede da associazioni ambientaliste locali e nazionali, agricoltori e loro realtà associative, albergatori, Soprintendenza e da tutti coloro che hanno a cuore il futuro di Tuscania e della Tuscia, Pian di Vico sorgerà: gravissime le responsabilità delle istituzioni, in primis della Regione Lazio. Lo scempio sarà devastante per il paesaggio, per l’agricoltura del territorio ma soprattutto per il turismo.

AssoTuscania ha più volte espresso la sua contrarietà a questa strategia e a questi progetti, che non portano vantaggi, neanche in termini occupazionali, ma soltanto problemi. Non c’è proprio di che essere orgogliosi di quanto sta accadendo nel nostro territorio: la costruzione del mega impianto di Pian di Vico è la punta di un iceberg che coinvolge l’intera Tuscia e ne sta stravolgendo il volto,  il tessuto culturale, sociale, la vocazione agricola e turistica.

Con la costruzione dell’impianto si distrugge il paesaggio e la bellezza, si sottrare una porzione enorme di territorio agricolo in una provincia, quella di Viterbo, “maglia nera” per il consumo di suolo in Italia (ISPRA, 2022)

Si sta minando  la vocazione turistica di un’area vasta, della Tuscia del futuro.

Oggi infatti un territorio per essere turistico deve essere reso interamente fruibile senza creare “isole” più o meno grandi dove non sia possibile andare o transitare.  La Tuscia è bella proprio perché si può andare ovunque, grazie alla presenza di latifondi, di università agrarie e alla sua scarsa urbanizzazione. I mega impianti stanno invece frammentando il territorio, minandone l’unità e rendendone non fruibili grosse porzioni a macchia di leopardo e abbassando sempre di più il valore del mercato immobiliare.

La Tuscia sembra essere diventata il laboratorio italiano per l’Agenda 2030, destinata ad essere la grande fabbrica delle rinnovabili in Italia e una delle maggiori in Europa, con decine e decine di mega-pale eoliche già installate a terra e altre decine da installare, altre centinaia offshore da posizionare nel mare davanti a spiagge turisticamente e paesaggisticamente pregiate, e con oltre 7000 ettari di fotovoltaico che si mangiano suolo e paesaggio, agricoltura e sovranità alimentare. Tutto ciò non servirà a sostituire le centrali elettriche fossili o i grandi impianti di compostaggio già esistenti, e si sommerà alla possibilità di ospitare il sito unico nazionale per i rifiuti radioattivi, senza che le popolazioni residenti siano in alcun modo coinvolte nelle scelte sull’utilizzo del territorio.

Quanto detto giustifica la nostra forte preoccupazione e merita una attenzione diversa da parte delle amministrazioni locali e dei cittadini, posto che abbiano davvero a cuore il futuro di una intera comunità e la cura di un patrimonio inestimabile culturale, storico-artistico e paesaggistico che abbiamo in prestito per le generazioni future.

UFFICIO STAMPA ASSOTUSCANIA

30 gennaio 2023

Per approfondire il tema, cfr. i documenti e gli interventi di TUSCANIA OPEN FORUM