Analizziamo i dati e le implicazioni per il nostro territorio
Come abbiamo appreso dai canali informativi social di Obiettivo Comune, il 3 settembre si è svolto un importante incontro presso il Comune di Tuscania alla presenza del sindaco Fabio Bartolacci e del delegato all’agricoltura e ambiente David Tofi, con la partecipazione di alcune delle principali associazioni di categoria del settore agricolo. Al centro della discussione la situazione delle fonti di energia rinnovabile (FER) e la loro espansione nel territorio di Tuscania e della Tuscia
Come Assotuscania, siamo sempre stati sostenitori della partecipazione attiva e del coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni che riguardano il loro futuro. Da oltre 15 anni, ci impegniamo in progetti di formazione e divulgazione su temi ambientali e di sviluppo sostenibile, così come sui temi di sviluppo locale e di democrazia partecipata: per questo accogliamo positivamente il fatto che incontri come quello di ieri si svolgano. Tuttavia, non possiamo nascondere la nostra forte preoccupazione per alcune delle indicazioni emerse.
È significativo notare come all’incontro fosse presente il delegato all’agricoltura e ambiente, David Tofi ma non l’assessore alle politiche energetiche, Stefania Nicolosi, assente per impegni istituzionali, quando invece i due temi sono fortemente connessi e fondamentali per Tuscania e per l’intera Tuscia. Infatti, denunciamo da tempo l’incontrollata proliferazione di impianti industriali intensivi di FER nel nostro territorio, con un crescente consumo di suolo e perdita di centinaia e centinaia di ettari di terreno agricolo: un fenomeno che ha già portato alla saturazione della Tuscia destinata ad ospitare quasi l’80% degli impianti di tutta la Regione Lazio, secondo quanto riconosciuto dalla stessa Regione nella delibera di giunta n. 171/2023.
E’ significativo altresì notare che, almeno nella nota pubblicata, non vi sia cenno alcuno alle posizioni sin qui espresse, sia a livello locale sia a livello nazionale, dai rappresentanti delle associazioni agricole circa il tema delle FER e della perdita di suolo agricolo. Ricordiamo, ad esempio, le proposte Coldiretti presentate per lo stop al consumo indiscriminato di suolo e la petizione nazionale contro i pannelli mangia-suolo che soltanto un paio di anni fa raccolse centinaia di migliaia di firme in tutto il nostro Paese. Qual è il pensiero e quali le proposte espresse dai presenti? Attendiamo volentieri e fiduciose di leggere una loro nota post-incontro.
Questa invasione FER in atto supera di gran lunga i fabbisogni energetici locali e gli obiettivi regionali per il 2030, e se la tendenza continuerà, supererà persino quelli fissati per il 2050. Già oggi, oltre 7000 ettari sono destinati a fotovoltaico (con effetti che oramai sono sotto gli occhi di tutti) e ci sono più di 200 pale eoliche, senza contare le possibili 100 pale eoliche off-shore che potrebbero sorgere tra Civitavecchia e l’Argentario.
Di fronte a questi numeri, appare inaccettabile considerare questa situazione come inevitabile. Di fronte a questi numeri occorre, invece, reagire con tutti gli strumenti possibili, ben consapevoli della difficoltà della partita e dell’importanza della posta in gioco.
La Strategia delle Aree Interne, che vede il Comune di Tuscania come capofila di una rete di 19 comuni, (https://comune.tuscania.vt.it/contenuti/2507877/strategia-d-area) evidenzia che il nostro territorio ha tutte le potenzialità per svilupparsi in maniera sostenibile, grazie a un’economia fortemente legata all’agricoltura (43% delle imprese e 27% degli addetti), al commercio e al turismo.
Pertanto, ci chiediamo: perché non coinvolgere le categorie economiche e le associazioni su temi che vedono come prioritario lo sviluppo delle comunità energetiche, l’agricoltura innovativa e di qualità, e il turismo sostenibile, invece di accettare con rassegnazione un modello industriale delle FER basato su super-profitti per pochi a discapito di molti?
Siamo preoccupati dall’idea che i comuni non possano fare nulla per fermare questa avanzata, come sembra emergere dall’incontro di ieri (“Importante è anche quanto emerso in base alla capacità di un comune di poter bloccare tale avanzata, la quale sembra impossibile, come confermato anche dai presenti nell’incontro di ieri”).
Se possiamo fare poco, data la politica e la strategia del governo, ciò non vuol dire che non si possa fare nulla! Al contrario, crediamo che serva coinvolgere infaticabilmente la comunità e i cittadini su una visione chiara del futuro, sulla coesione sociale e su azioni decise a ogni livello per difendere il nostro territorio e garantire uno sviluppo inclusivo e sostenibile per tutti.
E crediamo che su questo bisogna esprimere coraggio e capacità di coinvolgere in modo deciso e chiaro tutta la cittadinanza, anche laddove si debba marcare un netto dissenso su super-profitti per pochi e danni per tanti.
Assotuscania non abbasserà la guardia e continuerà a battersi ad ogni livello, istituzionale, sociale e culturale, per un futuro migliore per Tuscania e la Tuscia.