Il paesaggio di Tuscania, il patrimonio naturalistico, il bene comune: cosa ne resterà?

NO ALL’ENNESIMO MEGA-IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN TUSCANIA

AssoTuscania insieme a tre Biodistretti  , GRIG – Gruppo di intervento Giuridico – , Italia Nostra – sez.Etruria, Associazione Culturale Grotte di Castro Caffè Menerva chiedono la bocciatura dell’ennesimo mega-impianto fotovoltaico in Tuscania

Questa volta presa di mira la zona di Montebello, località Casalino. Ma ogni giorno arrivano decine di richieste di autorizzazioni che se concesse distruggeranno irreversibilmente  il patrimonio naturalistico, il paesaggio e le risorse agricole

Il 24 febbraio AssoTuscania insieme ai Biodistretti Lago di Bolsena,  Maremma Etrusca e Monti della Tolfa, della Via Amerina e delle Forre e alle altre associazioni impegnate nella tutela e valorizzazione dei beni comuni e del paesaggio si sono unite insieme per dire un netto e argomentato NO al progetto di un impianto fotovoltaico (cosiddetto Agrivoltaico), questa volta da ubicarsi nella zona di Montebello – località Casalino, in un’area peraltro già dichiarata NON idonea dalle delibere del consiglio comunale del 2014 e del 2021. Se tale progetto venisse approvato sarebbe un precedente gravissimo che renderebbe carta straccia qualsiasi atto amministrativo comunale a tutela del proprio territorio, a Tuscania come nel resto della Regione Lazio.

Un progetto non soltanto  in spregio alle delibere del consiglio comunale di Tuscania, ma che calpesta la stessa ultima delibera della Giunta regionale del 2023, la n. 171,   con la quale la stessa Regione Lazio ha messo nero su bianco come la Tuscia sia satura di impianti per la produzione di energia elettrica  anche attraverso impianti fotovoltaici. Il viterbese ospita quasi l’80% di tutti gli impianti FER dell’intera Regione ed ha ampiamente raggiunto e superato gli obietti 2030!

Ora altri 50 ettari di terreno agricolo pregiato, di paesaggio della maremma viterbese, di ambiente naturale intatto che rischiano di andarsene! E la somma già elevatissima di impianti eolici e di fotovoltaico rischia di incrementarsi ancora: non ci bastano le oltre 120 torri e gli oltre 7000 ettari tra impianti realizzati ed in progetto? Non ci basta che la Tuscia sia maglia nera nazionale per consumo di suolo (dati ISPRA).

L’elenco dei progetti è impressionante: sono centinaia, un assalto che non si ferma e che danneggia irreversibilmente il destino e l’economia di Tuscania e dell’intera Provincia.

E tutto questo accade mentre da un lato un gruppo ristretto di proprietari cede alle lusinghe e alle lucrose offerte di industrie multinazionali rappresentati da pochi scaltri mediatori, e dall’altro la popolazione vive ignara la distruzione sistematica non solo della bellezza ma anche dell’economia del territorio, del futuro delle generazioni future. Parlano di nuova occupazione, ma tali impianti non portano nessun nuovo posto di lavoro mentre grandi porzioni di territorio italiano diventano di proprietà di grandi imprese multinazionali.

Ci preme aggiungere che l’informativa alla popolazione è carente difficile da comprendere, a volte è totalmente assente. I progetti non vengono pubblicati tempestivamente sull’albo pretorio del Comune di Tuscania! In questo caso, come in altri riguardanti le FER, non vi è stata trasparenza, nessuna forma di partecipazione, nessun coinvolgimento del territorio e dei suoi abitanti. 

L’articolo 9 della CostituzioneTutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”, sancisce la precedenza storica della proprietà collettiva del territorio e dei beni comuni sulla proprietà privata e la prevalenza giuridica della prima sulla seconda.

Mentre si avvicina la data del 14 marzo, Giornata Nazionale del Paesaggio, dobbiamo alzare la voce e dire il nostro NO a progetti opachi, lacunosi, non condivisi con la popolazione, i cui ritorni economici sono solo a vantaggio di pochi e i danni permanenti a discapito di tutta la comunità.

La domanda che ci poniamo, e che poniamo ai nostri amministratori locali e regionali e alla Provincia di Viterbo, è la seguente:

Che cosa si vuole fare di questo territorio, per di più senza coinvolgere i cittadini, le associazioni e le reti dei comuni?  

La Tuscia, soprattutto la fascia che va dal lago di Bolsena al mare, sembra essere diventata una specie di “pattumiera” del Lazio e la grande fabbrica di FER al centro dell’Italia.

Viene a poco a poco distrutto un territorio agricolo dove imprenditori innovativi e coraggiosi investono sul biologico, dove ci sono riserve naturali e ambienti fondamentali per la biodiversità,  con paesaggio pregiato e beni culturali importanti, dagli etruschi al rinascimento passando per il medioevo,  patrimonio di tutto il nostro Paese e che ospita diversi siti UNESCO e altri hanno chiesto o stanno chiedendo il riconoscimento.

Noi non ci stiamo e non ci fermeremo!