Salviamo la Tuscia. Insieme si può

Oggi 2 dicembre alle 16,30 l’incontro pubblico promosso da Comitato Arlena Ambiente e Comune di Tuscania presso il Teatro Comunale Il Rivellino.

L’incontro pubblico affronterà i temi i rischi per l’ambiente, la salute e le attività economiche, derivanti dai progetti relativi alle nuove discariche, al deposito unico dei rifiuti radioattivi e dallo sviluppo incontrollato degli impianti da fonti energetiche rinnovabili (FER)La Tuscia già oggi ospita l’80% delle FER di tutto il Lazio, senza contare appunto discariche e altri progetti che stanno stravolgendo non solo il paesaggio ma la natura e la vocazione di un intero territorio.

QUI LA POSIZIONE E LE PROPOSTE DI ASSOTUSCANIA

 AssoTuscania considera positiva l’iniziativa “Tuscia da salvare” promossa dal Comitato Arlena Ambiente con il supporto dell’amministrazione di Tuscania, capofila dei Comuni dell’area interna, e di altri Comuni della Tuscia. 

In questo senso vogliamo dare un nostro contributo con fatti, idee, proposte e azioni declinati in alcuni punti. 

Sappiamo che l’iniziativa odierna nasce dall’esigenza di dire un NO netto alla decisione di realizzare un nuovo impianto di discarica ad Arlena, ma anche dalla consapevolezza, finalmente acquisita, che il territorio della Tuscia nel suo complesso è minacciato, anzi in parte già compromesso, dall’ipotesi di costruzione del deposito unico di scorie nucleari e soprattutto dall’incessante richiesta di installazione di FER, sia impianti eolici a terra sia impianti di fotovoltaico (migliaia di ettari già impegnati e centinaia di torri). 

Seppure in ritardo, vogliamo pensare che si tratti di un primo vero segnale di acquisizione di coscienza da parte delle amministrazioni locali e della cittadinanza dei danni irreparabili che si stanno perpetrando al nostro territorio, con tanta speculazione e molta ideologia. Quella stessa coscienza che purtroppo per ben 15 anni non c’è stata. Ci preme infatti ricordare che la prima iniziativa di AssoTuscania sulla Via Clodia risale proprio al 2009 e già all’epoca disvelò i progetti eolici e FTV che allora erano sostenuti dalle amministrazioni locali. Da quel giorno abbiamo sollevato la questione più e più volte, assistendo, spesso inascoltati, al depauperamento e alla mortificazione del territorio, della nostra agricoltura e del nostro paesaggio. 

Nel corso degli anni abbiamo organizzato convegni, incontri, manifestazioni cercando continuamente una sponda, una collaborazione e un’interlocuzione con l’amministrazione di Tuscania, che abbiamo avuto in diverse occasioni, ma che avremmo voluto vedere maggiormente impegnata e coerente nel perseguire una visione di futuro a favore del territorio, del paesaggio, della comunità locale. 

Il destino della Tuscia sembra oggi segnato per le scelte prive di visione futura della Regione Lazio e degli enti locali, compreso il Comune di Tuscania che, dopo l’approvazione della 

delibera dove erano indicate le aree idonee alle FER, non ha poi portato avanti avanti l’impegno di realizzare e approvare il PRG, a nostro avviso il più efficace strumento e vero baluardo all’uso indiscriminato del territorio. E temiamo che gli altri Comuni dell’area interna siano stati ancor meno attenti alla salvaguardia del proprio territorio, non individuando neanche le aree idonee. 

A fronte di tale situazione verrebbe quasi voglia di gettare la spugna, ma per AssoTuscania non è così. Guai a rassegnarsi a questo che sembra un destino segnato. Male incorrerebbe a chi – potendo fare poco – decidesse di non fare nulla! 

C’è molto che ancora si può fare e il metodo “Arlena” con il suo Comitato, la nascita e il lavoro del CAT (Coordinamento Ambiente Tuscia) e tutte le azioni che si stanno costruendo verso e con la Regione Lazio, che finalmente sembra si stia facendo carico delle gravi problematiche della Tuscia e sta attuando una politica di ascolto e di attenzione, andrebbe rafforzato ed esteso a partire da un vero coinvolgimento delle popolazioni locali, che fino ad oggi è decisamente mancato. Mancato il coinvolgimento, mancata la trasparenza e soprattutto mancate l’informazione e la comunicazione. 

È per questo che AssoTuscania vuole fare alcune proposte, che ci auguriamo possano essere ascoltate e attuate. 

1) Attivare subito le Consulte ambientali in ogni comune, in quanto esse sono importanti momenti democratici di informazione e di confronto tra le amministrazioni, le associazioni ambientaliste locali e i singoli cittadini. 

2) Mobilitarsi come amministrazioni e cittadini per uno stop totale agli impianti FER Tuscia, così come indicato nel documento del CAT inviato alla Regione Lazio dopo l’incontro con il Presidente Neri con la richiesta di moratoria. 

3) Prendere in seria considerazione e dare appoggio alle richieste di vincoli e tutele che la Soprintendenza ha già avviato. Impostare quindi una azione capillare di educazione al paesaggio e al territorio con la collaborazione dell’Università della Tuscia, del FAI , di Italia Nostra e delle altre associazioni che si occupano di beni culturali e paesaggistici. 

4) Gestire i ristori degli impianti già installati in modo trasparente e pubblico e usarli per iniziative a tutela di paesaggio e biodiversità, in collaborazione con i Biodistretti che già si sono costituiti nella Tuscia. 

5) Obbligare le ditte a dar seguito alle mitigazioni mai attuate. Nel Comune di Tuscania, ad esempio, Terna non ha mai piantato i filari di alberi intorno al suo impianto di sottostazione elettrica, come invece era stato sottoscritto in fase di accordo iniziale per attenuare lo sfregio del paesaggio. 

Sono proposte che possono sembrare poca cosa, ma che a nostro avviso possono rappresentare un punto di svolta finalmente positivo per il futuro della Tuscia.